Pagina (124/879)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Egli scrisse: «Ogni anima razionale ha due principali potenze: la mente e la volontà, l'una per discernere, l'altra per amare; potenze che i profeti rappresentarono in Oolla e in Ooliba, in Gerusalemme e Samaria. La prima è perfetta nell'essere suo quando è illustrata dalla Sapienza; l'altra quando ama conformarsi a Giustizia (quelle potenze che nel segreto della Divina Commedia sono sanate rispettivamente da Beatrice e da Lucia, cioè dalla virtù della Croce e dalla virtù dell'Aquila). Serva alla prima è la imaginativa, senza di cui nulla potrebbe conoscere la mente; all'altra la sensualità senza di cui nulla sentirebbe la volontà».
      «Giacobbe pertanto rappresenta l'animo umano; Lia la volontà conforme a giustizia; Rachele la mente illustrata dalla Sapienza; Zelfa, serva di Lia, la sensualità; Bala, serva di Rachele, l'imaginativa. Dall'applicarsi dell'animo a ciascuna di queste quattro facoltà nascono in lui affetti e modi di intendere diversi. E però, dall'unirsi di Giacobbe a ognuna delle due moglie delle due serve nascono figli di diversa indole, rappresentanti cotesti diversi affetti e modi di intendere. Ruben (timor di Dio) è il primo figlio che Giacobbe ha da Lia: perché la volontà che medita sulle colpe e sulla potenza del giudice produce il timor di Dio. Nato e crescente cotesto figlio, nasce il secondo, Simeone, dolore della colpa; poi il terzo, Levi, speranza; indi Giuda, l'amore. E non appena è nato Giuda, cioè l'amore per le cose invisibili, Rachele, la mente, arde del desiderio d'aver figli ancor essa, perché chi già ama vuol conoscere.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Il linguaggio segreto di Dante e dei Fedeli d'Amore
di Luigi Valli
pagine 879

   





Oolla Ooliba Gerusalemme Samaria Sapienza Giustizia Divina Commedia Beatrice Lucia Croce Aquila Lia Rachele Sapienza Zelfa Lia Bala Rachele Giacobbe Dio Giacobbe Lia Dio Simeone Levi Giuda Giuda Rachele