Che tutti i nostri amici avanzeraie metterà i nemici in bassamento».
Il Fiore, LXXXVIIRiassumiamo quanto riguarda la personificazione della Sapienza in donna nei secoli che precedettero quello di Dante.
1. La tradizione puramente filosofica era assuefatta a personificare in donna amata l'Intelligenza attiva ed è evidente che la poesia del dolce stil novo in alcuni tratti continua questo sistema e che l'amore è, per chiara confessione del Cavalcanti, unione dell'intelletto con l'Intelligenza attiva, cioè Sapienza.
2. La tradizione mistico-platonica quale si diffuse nella Gnosi considerava la divina Sapienza come una sostanza separata e la personificava in donna (Sofia, Ennoia).
3. La tradizione mistico-platonica quale fu immessa nei Libri Sacri attraverso il libro della Sapienza e il Cantico dei Cantici vagheggiava la divina Sapienza sotto la forma di una donna amata e tale simbolismo fu accettato e continuato nell'ambiente ortodosso, che considerò questa divina Sapienza come Rivelazione della Chiesa.
4. Nello stesso ambiente ortodosso attraverso il simbolismo di Sant'Agostino la Sapienza che vede Iddio era personificata in una donna e precisamente in un personaggio storico della Scrittura, cioè in Rachele, oggetto, secondo Sant'Agostino, dell'amore di «ogni piamente studioso», e Riccardo da S. Vittore, sviluppando quest'idea, creava il simbolismo della morte di Rachele, figurazione del trascendere della mente sopra se stessa nell'atto della contemplazione pura, mistica rappresentazione della mente che si perde in Dio e che Nicolò de' Rossi, svela ingenuamente essere l'ultimo grado dell'Amore.
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