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      Ma all'antico disdegno per il quale i filosofi avevano nascosto la verità alle plebi si aggiunse a un certo punto la necessità di parlare un linguaggio figurato doppio e ambiguo per sfuggire al controllo e talvolta alla persecuzione dell'autorità religiosa. Si ebbe così il linguaggio segreto o gergo di alcune sette.
      Certo tale linguaggio anfibologico fu largamente usato nel Manicheismo(132), in quel Manicheismo, si noti, attraverso il quale era passato Sant'Agostino, il grande Padre del simbolismo mistico dell'Occidente, in quel Manicheismo, si noti, che in Persia ha qualche legame col movimento dei mistici, i quali fingono di parlare d'amore terrestre per parlare invece del mistico amore.
      Ora è proprio il Manicheismo che, passando attraverso i Bulgari nell'Occidente, si ritrova trasformato nell'eresia catara e si immette nel movimento degli Albigesi, strettamente intrecciato con la vita e con la sorte dei poeti d'amore provenzali, che scendono in Italia proprio poco prima che incominci a fiorire la poesia d'amore italiana.
      1. Il gergo amatorio nella poesia mistica della Persia
      Ma dall'Oriente, dalla Persia e dalla Siria non venne soltanto il movimento manicheo a portare l'uso del parlare a doppio senso. Gli Occidentali che presero parte alle crociate e specie quelli che si stabilirono in Siria conobbero anche il misticismo dei Sufi e conobbero quindi il metodo dei poeti mistici persiani, che consisteva nell'usare un linguaggio a doppio senso che per la plebe doveva apparire come linguaggio di amore e per gli iniziati era linguaggio mistico.


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Il linguaggio segreto di Dante e dei Fedeli d'Amore
di Luigi Valli
pagine 879

   





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