I mistici si innalzarono al di sopra della religione positiva. Uno di essi Attar, scrive addirittura: «Tu adora gli idoli, brucia il Corano, bevi del vino, chiudi gli occhi alla religione positiva», intendendo che la vera religione è nel cuore. E Rumi scriveva appunto: «Lo stolto adora alla moschea e ignora il vero tempio che ha nel cuore» e per mostrare il valore uguale di tutte le religioni paragonava le diverse preghiere fatte secondo le diverse confessioni religiose alle acque contenute in diverse coppe, che si versano poi in una fonte sola. Così le diverse preghiere si mescolano tra loro e si confondono perché è uno solo il Dio al quale esse salgono e così tutte le religioni formano una religione sola.
Essi mistici esaltavano, proprio come gli spiriti religiosi del nostro Medioevo, la povertà della vita, parlavano dell'uomo che si assorbe in Dio come di uno che in terra non è più lui, ma è morto veramente a sé e al mondo. Al-Ghazali di Tus scrive: «Questo stato (dell'essere insensibile) si designa dai filosofi come assenza da se stesso ed esso si effettua allorquando alcuno s'è tanto dipartito da sé che non sente più le membra sue esterne, nessuna di quelle cose che sono fuori di lui, nulla di ciò che avviene nel suo interno, ma egli è come assente da tutte queste cose(134), mentre se ne va al suo Signore dapprima e poi alla fine se ne va in lui... E queste cose il teologo regolare va stimando cose vane, prive di senso; ma ciò non è così veramente. Poiché questo stato è per essi (i mistici) nello stesso riguardo dello stato dell'animo per ciò che alcuno più ama, quale si è il tuo stato in molte circostanze riguardo a ciò che più ami, come il grado, le sostanze, l'amante.
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