Prima e durante gli anni della vita di Dante, la Persia ha tutta un'immensa fioritura di lirica d'amore mistica nella quale si parla proprio sempre della donna o di Yusuf bellissimo o del vino e si nasconde artatamente il significato mistico delle parole.
Ecco una breve poesia di Humam-ud-din (morto nel 1314):
All'amplesso anelando dell'amica,
la vita sostentai;
davver! Non crederei se ne' miei sogniio la vedessi mai!
E direi, gli occhi stropicciando: È questauna larva o l'amica?
L'immagin sua s'io vegga, alto stuporepiù e più m'implica.
Per anni ed anni, attendendo promessa,
alto portai dolore,
se in questa notte si colmasse il nappod'alcun vital licore.
Ma innanzi al labbro e al volto di costeifuggan lampe e rubini;
io profumi non curo allor che vienefragranza da' suoi crini.
Mi prende acre desio perché m'accolga,
qual son, fra le sue braccia,
o questa notte almen fino all'aurorasul petto mio si giaccia.
Dopo cotesto, illecito mi fias'altro volto mirassi;
trafiggerei quest'occhi perché altroveio più mai non guardassi.
In ciel sarei se voce mi venisse
«Tu chiedi ii tuo desio».
Fuor dell'amica alcun pensier non capein questo petto mio.
E non fu vano il vegliar di mie nottie il pianger mio dolente;
ecco! felicità per la mia portaentrava incontanente!
Come una notte avrò protratta al giornoservendo all'idol mio,
quell'uom non son che fui; veracementeun altro Humam son io(143).
Proprio a quel modo che, secondo la teoria che io sostengo, i poeti d'amore italiani si collegarono e si nascosero per esprimere in maniera inaccessibile al volgo le loro idee mistiche, così questo stesso poeta confessa che egli e gli altri si sono uniti per nascondere il loro intimo pensiero mistico alla gente da poco (la «gente grossa») e per parlare del loro amore alla loro bella bevendo alla fontana d'insegnamento.
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Dante Persia Yusuf Humam-ud-din Humam
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