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      E troverà che l'idea di Humam che la gente saggia nasconde opportunamente l'intimo suo pensiero è riespressa in un mottetto oscuro di Francesco da Barberino(152) riaffermante l'opportunità di far vedere stracci e di nascondere un certo tappeto prezioso quando non è tempo né luogo di mostrarlo.
      Bel tappeto alcun celone(153)
      mise fuor li panni rottiovra è questa d'uomin docti
      se nel tempo e luogo none(154).
      E chi voglia trovare l'eco precisa dei pensieri e delle parole della nostra poesia d'amore la ricerchi in queste parole di Khusrev di Delhi (morto nel 1324):
      Vengon sospiri da ogni parte attornoquando l'idolo mio suole arrivare;
      ove spuntino rose entro il giardino,
      dell'usignolo è dolce il sospirare.
      . . . . . . . . . . . . . . . .
      L'immagin sua m'apparve ne la nottee per sgomento quasi ebbi a spirare.
      . . . . . . . . . . . . . . . .
      Oggi morir vogl'io nel tuo cospettoperché sgomento n'abbi tu a provare.
      Qual di te sarà grazia, anima mia,
      se tal comando tuo mi vorrai dare!
      Più assai di prima innanzi a te il mio corepenar si vede e forte tormentare.
      . . . . . . . . . . . . . . .
      Deh, con mio duol e con tanta tua grazia,
      non dispiegar tuoi vezzi e mal non fare!
      Ché, nell'istante che socchiudi gli occhi,
      che vien la morte mia, potrai mirare...(155)
      Anche Qasimi, che prosegue in periodo un poco più tardo (morì nel 1433) questo indirizzo mistico della lirica, esalta quella che si può chiamare la «setta dei Fedeli d'Amore».


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Il linguaggio segreto di Dante e dei Fedeli d'Amore
di Luigi Valli
pagine 879

   





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