Amore c'insegnò mille artifici,
amore mille vesti ci compose,
amore mille mondi fe' di noi,
amore mille mondi in noi distrusse,
amore ci comprò mille fiate,
amor mille fiate ci vendea,
amor distrusse in noi fede e fidanzain cose di quaggiù, spirito e ragione
poi che del nulla in noi s'accese il fuocopregi acquistando va ciascuno in terra;
Qâsimi s'acquistava e affetto e amore(156).
Guardate come egli descrive questa mistica donna la quale è, egli dice, una luce che ha «le sue farfalle», cioè quelli che si perdono in lei:
Nella via degli amanti è un tempio d'idolie v'è una bella che rapisce i cuori,
niun la conosce, ma di lei si contanoin tutte le assemblee racconti vari.
Impallidisce il sol dinanzi a quellaluce del volto suo, e quella face
ha sue farfalle(157)
Accanto a questi versi nei quali il mistico amore è rappresentato come amore per una misteriosa donna, sono gli altri numerosissimi nei quali invece che per una donna si sospira per un amico che è proprio e sempre notoriamente Iddio.
Ricordo pochi frammenti della famosa «Cobla spirituale» di Rumi:
Oh! Salve, Amor, nostra soave insania,
medicator d'ogni tormento, balsamoe legge nostra, tu che se' di noi
Plato e Galeno! Fino ai cieli assorgesol per amore la terrena spoglia
. . . . . . Che se le labbraio potessi toccar del dolce amico,
io, come il flauto formerei parole.
Ma chi lungi sen va da tal che secoavea colloqui, muto sta, se ancora
cento voci possiede.
. . . . . . Eppure, in tuttol'amico sta; chi l'ama è il vel che il copre;
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Iddio Rumi Amor Galeno
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