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      Ma qui la consueta superficialità dei critici può venir fuori a ripetere: Si tratta di tutto un altro mondo, di tutto un altro spirito, di tutta un'altra mentalità.
      Errore grossolano! Errore psicologico ed errore storico. Psicologico perché non c'è nulla al mondo che somigli a un mistico quanto un altro mistico anche di un'altra religione. I concetti mistici sono tutti uguali: l'assimilazione dell'amore umano all'amore divino, l'idea del rinascere a vita nuova, l'idea delle mistiche nozze, l'idea del perdersi in Dio con la mistica ebbrezza, l'idea dell'ineffabilità e inesprimibilità dell'amore divino; e sono di tutti i paesi la tendenza dei mistici a riunirsi lontani dal volgo profano, la divergenza dalla tradizione sacerdotale generalmente irrigidita nelle formule che uccidono, l'amore per la povertà, l'odio per la Chiesa ricca; ed è perfettamente naturale che stati d'animo analoghi abbiano prodotto manifestazioni formali analoghe.
      Per persuadersi di quanto ridicola sia l'obiezione della diversità fondamentale, sotto questo rapporto, dell'Oriente e dell'Occidente basta scorrere semplicemente le laudi di Jacopone da Todi ove con aperto riferimento a Cristo si adopera proprio tutto il solito frasario dell'amore, tanto che, a sopprimere semplicemente il nome di Cristo e sostituendogli quello di una donna qualunque, chi non conoscesse i versi li considererebbe come veri e propri versi d'amore appassionatissimi.
      Per te, Amor, mi consumo languendo,
      e vo stridendo per te abbracciare:
      quando ti parti, sì moro vivendo,


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Il linguaggio segreto di Dante e dei Fedeli d'Amore
di Luigi Valli
pagine 879

   





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