È la giustificazione della tattica di questo movimento «antichiesastico»: simulare perché si ha a che fare con ipocriti e con traditori.
E infatti Falsosembiante e Costretta-Astinenza vanno come «buon pellegrino e buona pellegrina» a Malabocca l'inquisitore, a domandare umilmente ostellaggio.
Malabocca conobbe ben Sembiante,
ma non ch'e' fosse Falso; sì rispuosech'ostel darebbe tor: «Venite avante».
Ad Astinenza molto mente puose,
ché veduta l'avea per volte mantema per Costretta già mai no lla spuose. (CXXXI)
Così l'uomo facendo un sembiante falso e contenendosi strettamente nelle manifestazioni del suo amore per Madonna la «Rosa», può arrivare a vincere. Infatti Falsosembiante comincia a persuadere Malabocca che il «Valletto» innamorato non pensa affatto a togliergli il «Fior»(166) e che è profondamente devoto a Malabocca. Malabocca si pente allora di aver «mal pensato» e con ciò è vinto. In quel momento Costretta-Astinenza lo afferra e Falsosembiante col rasoio «a Malabocca la gola ha tagliata».
Una volta tagliata la gola a Malabocca (una volta tratta in inganno e uccisa così l'inquisizione per mezzo del falso sembiante) le resistenze non sono più gravi. Si hanno digressioni della Vecchia sull'amore (realistiche), pompose descrizioni di lotte tra Bencelare e Vergogna, tra Schifo e Franchezza, tra Sicurità e Paura, tutta stoppa e riempitivo: alla fine arriva Venere, la dea dell'amore, con la sua face arde il castello e allora l'amante riesce a possedere la «Rosa». Gli ultimi sonetti trasformano con acuto artificio il misterioso simbolo della «Rosa», in un doppio senso lubrico.
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