Pagina (170/879)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Alla corte di Federico II, fervente di arditi pensieri e talora di odio e di lotta contro Roma, si incontrarono l'influenza dei canti provenzali e probabilmente una nuova onda di tradizione mistica venuta più direttamente dall'Oriente per mezzo dei filosofi arabi che circondavano l'imperatore. E alla corte di Federico II, l'imperatore scomunicato, si cominciò a poetare d'amore. Certo che la poesia trovadorica che, pur contenendo una vena di spirito iniziatico doveva essere spesso semplice poesia d'amore, si confuse in Sicilia con una vena di poesia popolare, ma già la prima poesia italiana che noi conosciamo, il famoso contrasto di Ciullo d'Alcamo, presenta assai probabilmente, commisto con elementi della tradizione popolare, qualche elemento di tradizione segreta settaria. Bisogna ripensare al significato settario e mistico del «Fiore» serpeggiante sotto le sue lubricità apparenti e mescolantesi con la dottrina dell'amore volgare, per riconoscere il valore dell'idea del Rossetti, che in questo contrasto vide l'eterno contrasto popolarescamente raffigurato tra l'amante della «Rosa» (la dottrina segreta) e la «Rosa» che gli si dona attraverso le consuete difficoltà.
      E certo non si può passare a occhi chiusi sopra un complesso di stranezze, a cominciare dal fatto che questa «Rosa» è desiderata dalle «donne» mentre è in realtà una donna.
      Rosa fresca aulentissima - c'apar' in ver la state,
      Le donne ti disiano - pulzelle, maritate(170).
      La semplicità, la volgarità della forma può illudere, ma è da osservare che lo spirito dell'amante è sommamente irriverente verso la Chiesa e verso il monachismo; la minaccia della donna all'amante che egli sarà malmenato da suo padre e dai suoi fratelli può esser la minaccia all'amante della «Rosa» che egli sarà malmenato dal Papa e dai cardinali che la custodiscono gelosamente in «esto forte castello» (proprio come il «Fiore» di messer Durante). Ma contro la minaccia del padre (del Papa) l'amante mette una «difesa di duemila agostari», di duemila augustali, le monete di Federico II. Il cercatore della «Rosa», fatto forte contro il Papa dalla protezione dell'Imperatore, grida infatti a questo punto assai stranamente e con aria di sottinteso alla donna:


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Il linguaggio segreto di Dante e dei Fedeli d'Amore
di Luigi Valli
pagine 879

   





Federico II Roma Oriente Federico II Sicilia Ciullo Alcamo Rossetti Chiesa Papa Papa Federico II Papa Imperatore