E vedremo quale fu il modo e quali le stranissime ragioni del rinnovamento operato da Guido Guinizelli.
VI. L'ambiente e lo spiritodel dolce stil novo
«Non vedi tu che (Dante) dice qui chiaroche, quando l'amore dello Spirito Sancto lo
prira dentro al suo intellecto, che nota l'ispirazione
e poi la significa secondo che essoSpirito gli dicta e dimostra?»
Petrarca
1. Modo e ragione del rinnovamento operato dal Guinizelli
Nella poesia siciliana e in quella di Buonagiunta da Lucca non ritroviamo ancora quell'elevata spiritualità e quel dottrinarismo profondo che vedremo pervadere la poesia del dolce stil novo.
In essa, se al posto della parola «Rosa» si deve mettere un'altra parola, meglio che la parola «Sapienza» bisogna mettere per lo più la parola «setta». La corte di Federico II carteggia con la setta (la Rosa) sotto le parole d'amore. Ma quella poesia non teoretizza, non cerca di determinare nella sua essenza mistica questa forza Amore-Sapienza che essa contrappone semplicemente (e soltanto quando le fa comodo) alla Chiesa di Roma. È un interesse politico più che un vero interesse religioso, quello che spinge l'Imperatore a dire alla «Rosa» che egli è fatto suo servitore e la «Rosa» gli risponde bellamente in rima per bocca di Arrigo Baldonasco che non gli crede affatto. La poesia siciliana adoperò il gergo d'amore quasi unicamente per quelle poche parole che servivano alla vita settaria, non espresse la vera commozione mistica né la profonda speculazione intellettuale sull'«Intelligenza attiva». Essa è la manifestazione più semplice e pratica di tutta la simbologia segreta di questa tradizione.
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