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      Ma c'è di più. La tradizione del gergo amatorio convenzionale investe evidentemente il Convivio.
      Abbiamo ricordato i mistici persiani nei quali l'amore, la donna, gli occhi della donna, la bocca della donna, i capelli della donna sono convenzionalmente immagini mistiche; abbiamo ricordato il Fiore, nel quale l'amore significa evidentemente l'amore della Sapienza santa e dove il «Fiore» significa questa Sapienza, l'«amico» significa l'iniziatore, «Gelosia» significa la Chiesa, «Malabocca» l'inquisitore, «Falsosembiante» la simulazione necessaria per vincere l'Inquisizione, ecc.
      La tradizione del linguaggio segreto e la convinzione di doverlo usare arriva, dunque, a quel poeta che si chiama Durante e che scrisse il Fiore, il quale personaggio, posto che non sia Dante stesso, è un fiorentino vicinissimo a lui. Ma possiamo pensare che Dante ignorasse questa tradizione o che rimanesse estraneo a essa, quando nel Convivio adopera apertamente e confessa e svela un gergo erotico, che viceversa nel suo pensiero è (badate bene) non veramente mistico bensì filosofico?
      Ricordo che Dante nel Convivio dice chiaramente che:
      - La Donna Gentile significa la Filosofia (II 15 12).
      - Gli occhi della donna significano le dimostrazioni della Sapienza (III 15 12).
      - Il riso della donna significa le persuasioni della Sapienza(194) (id.).
      - I drudi della donna significano i Filosofi (II 15 4).
      - L'amore per la donna significa lo studio (195) (III 12 2).
      Domando. È questo o non è un gergo erotico convenzionale?


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Il linguaggio segreto di Dante e dei Fedeli d'Amore
di Luigi Valli
pagine 879

   





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