Ma il gergo amatorio usato nel Convivio depone per il gergo amatorio usato nella Vita Nuova anche per un'altra ragione. Le due opere sono strettamente connesse. Il Convivio, come dice Dante, non vuole derogare alla «Vita Nuova» anzi a quella maggiormente giovare. Ciò vuol dire evidentemente che la celebrazione della filosofia fatta nel Convivio non deve derogare alla celebrazione della Sapienza mistico-iniziatica fatta nella Vita Nuova e infatti la Donna Gentile, che si sostituisce alla Gentilissima, come Scienza a Sapienza, ha con la prima innumerevoli punti comuni e non esclude affatto la prima.
Orbene, se le due opere sono così ricollegate, se le due donne che in esse si celebrano sono così affini da poter contrastare l'una con l'altra, possiamo veramente credere senza offendere il senso comune che la prima sia, come certo è, un'opera simbolica, dove l'amore è gergo, e l'altra un'opera realistica dove l'amore è la vera attrazione verso la femmina?
Dobbiamo credere, non solo che quel tragico conflitto tra la Gentile e la Gentilissima fosse il conflitto tra la Filosofia e... la moglie morta di Simone de' Bardi, alla quale non si concepisce che fastidio potesse dare la filosofia, ma che un'opera simbolica in gergo amatorio non dovesse derogare, ma dovesse giovare a un'opera realistica scritta in parole aperte e che raccontava soltanto alcuni episodi abbastanza insipidi, monchi e confusi di un amore giovanile? E dovremo crederlo quando in una terza opera, nella Commedia, quella prima pretesa donna vera ci si ripresenta sul carro tirato da Cristo nella indubitabile figura della Sapienza santa?
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