E dovremo crederlo quando la Vita Nuova, questo preteso, ingenuo racconto degli amori di Dante, ci si presenta come un groviglio di visioni, di sogni, di sottintesi, di preterizioni, di dichiarazioni di dir cose comprensibili soltanto ad alcuni, di non volersi far intendere da troppi, un groviglio di calcoli cabalistici, di frasi incomprensibili e assurde, come quella secondo la quale Dante, parlando della morte di Beatrice, sarebbe stato «laudatore di se medesimo»?
E via! Finiamola con questa grossolana ingenuità che dura da troppo tempo e che poggia esclusivamente (lo vedremo meglio in seguito) come una piramide rovesciata, su quella burla di Giovanni Boccaccio, il quale raccontò quale fosse il cognome di Beatrice.
4. L'ambiente storico e religioso del dolce stil novoDopo quanto ho detto mi sembra che s'imponga la necessità di rifare con un criterio completamente diverso dal solito la genesi di quel movimento cui è rimasto il nome di dolce stil novo. In esso convergono molte correnti delle tradizioni medioevali. Ma anzitutto la cornice nella quale la critica ordinaria inquadra tutto questo movimento dev'essere completamente rinnovata.
La critica che parte dall'idea, dal pregiudizio possiamo dire ormai, che le donne dei poeti non siano che donne vere sublimate, ci descrive un ambiente di eleganze cortesi nel quale agisce come fattore principale un'antica tradizione cavalleresca, che ha innalzato la donna (elemento che indiscutibilmente esiste nella preparazione del dolce stil novo), ma da questa tradizione e dalla tradizione della poesia provenzale, che è per questa critica soltanto poesia d'amore, si svilupperebbe presso Corti che sono «per caso» ghibelline, l'uso di dire d'amore, favorito «per caso» dal capo del ghibellinismo e dalla sua corte, la poesia d'amore italiana che, seguendo un po' rozzamente i modelli provenzali, celebra una donna che per ragione di moda o per paura del marito (!!) non ha mai né nome, né figura, né vita personale, e ha «per caso» il nome mistico del fiore: Rosa mystica.
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