Non si può dire che la Chiesa, che dovrebbe essere vita, è diventata invece morte, che essa nasconde una verità santa e pura che le fu affidata un giorno da Cristo, che la opprime in sé, la tradisce e la seppellisce, mentre propaga invece l'errore plasmato per i suoi interessi mondani.
Soprattutto non ci si può organizzare religiosamente fuori dalla Chiesa.
Ebbene tutto questo dicono e fanno invece i «Fedeli d'Amore». Sono un gruppo di anime elette, raffinate, non contrarie all'essenza della Chiesa Cattolica, ma per amore di quella che ritengono la sua santa vera dottrina, odiatori della presente Chiesa corrotta, per amore della santa Beatrice odiatori di quella meretrice che ha usurpato il posto di lei sul carro della Chiesa.
Sono spiriti còlti: leggono Virgilio e credono che egli pure parli sempre per simboli, ciò che fa dire a uno di essi, Dante, che ha rinnovato lo stile simbolico, di avere tratto il suo stile da Virgilio. Parlano continuamente di ciò che è sotto alla poesia e questa poesia è uno strano intreccio di parole esaltate d'amore per la Sapienza santa, di parole nelle quali si parla della setta, dei suoi dolori, delle sue speranze, si celebrano misteri, riti e sacramenti della setta, si mandano con parole che sembrano d'amore, informazioni settarie e insieme a tutto questo si mescola quello che chiamerei il pettegolezzo della setta, le parole con le quali questi fedeli, che sono sempre in sospetto, si sorvegliano reciprocamente tra loro, si minacciano, si lanciano anatemi, si accusano, oppure si ribellano contro la setta, cioè contro Amore, e ricorre ogni tanto l'imprecare contro una certa «Morte», che è la nemica giurata di Amore e che rappresenta indubbiamente la Chiesa corrotta.
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