Quando il Cavalcanti scrive:
Io vidi donne co' la donna mianon che ne una mi sembrasse donna,
ma sol che somigliavan sua ombria,
vuol dire che gli adepti erano come l'ombra della Sapienza santa che amavano. Quando Gianni Alfani dice che quelle donne che hanno il cor gentile «...preghin colei per cui ciascuna vale», non domanda l'intercessione di donne vere presso la sua donna dicendo loro l'inopportunissima scortesia che esse valgono qualche cosa soltanto per merito di lei, ma domanda semplicemente agli adepti che la setta faccia qualche cosa che egli chiede.
Sono due donne di maggiore età, e che non c'entrerebbero nulla, quelle che accompagnano Beatrice nel giorno del rituale saluto(247), sono donne che nella visione coprono di un velo Beatrice morta(248), sono donne che si ritrovano sempre con questa donna sovrana e che, come abbiamo visto, parlano di lei dicendo: «nostra donna», e rispondono (dunque sapevano far versi e bene) alla canzone di Dante Donne ch'avete intelletto d'amore(249).
«Dormire». Significa: essere nell'errore, essere lontano dalla verità santa. Quando Guido Cavalcanti scrive:
Talor credete voi, amor, ch'i' dorma,
che co' lo core i' penso a voi e veglio;
non fa che rassicurare la setta della sua fedeltà.
Quando si parla della mente che dormia, dell'Amore che dorme nel cuore e simili, si legga sicuramente che l'animo si è allontanato o non è ancora arrivato alla Sapienza santa.
Dante spiega chiaramente nella Vita Nuova che Amore è fatto sire nella magione del cuore «dentro la qual dormendo si riposa / talvolta poca e tal lunga stagione», finché non appare la Donna-Sapienza(250).
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