I' sì mi tengo, lasso a mala posta;
or ecco il fatto e sonvi per lo fermoa tal che non mi val neuno schermo,
e assalito son da ongne costa;
e no mi danno i miei nemici sostaperché fedito vegianmi ed infermo,
ned io medesmo non mando a Palermo
per tal dolor sanar che tanto costa;
ch'anzi mi sforzo pur deli contradie quanto posso tuttor trago a essi
ed e' così mi pagan dela via:
trovar non posso in alcun cortesia,
ed io dolente i miei spiriti messitutto tempo aggio in far d'Amor suo gradi.(307)
In questo sonetto è curiosa anche l'allusione al fatto che Guido non manda a Palermo. Che significa? A cercar grandi medici? O non forse a Palermo, antico centro della setta, era rimasta qualche suprema autorità settaria alla quale egli avrebbe potuto appellarsi?
«Gaiezza», «Gaio». È tutto ciò che si riferisce alla Sapienza santa e alla setta che la venera. Non indago qui quale legame abbia la parola con la «gaia scienza» e il «gaj saber», gravemente sospettati di nascondere nell'ambiente provenzale un movimento segreto di idee perfettamente analogo a questo. Certo è che la parola «gaio» e «gaiezza» ricorrono assai spesso come qualifica di tutto ciò che riguarda l'Amore o Madonna. Dante piange per una donna mortache donna fu di sì gaia sembianza.(308)
Si parla assai spesso del «tempo gaio» o del «tempo verde» in contrapposizione al «tempo freddo». E il tempo in cui trionferà la verità santa in contrapposizione al presente in cui trionfa l'errore e il male.
«Noia», «Noioso». Tutto ciò che sta fuori è contro la setta (opposto a «gaio» e «gaiezza» come «morte» opposta a «vita»).
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