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      L'incomprensibilità si estende al sonetto di risposta. Quanto a me questo parlare d'invio di trentamila some di una cosa innominata, quell'accenno all'invio di un fiume pieno di lamie in una corrispondenza che mi pare indiscutibilmente si svolga tra colui che è la «chiave» (di volta) di tutto l'Amore, cioè il capo della setta, e una sezione separata, quella di Bologna, mi suona come qualche cosa che riguardi, chi sa? Invio o richiesta di fondi o qualche cosa di simile(350). I romantici che si commuovono per la forosella, i lettori abituati a considerare lo «stil novo» come l'espressione immediata e diretta dell'amore, (ecco un bell'esempio di espressione immediata!) quelli che parlano di «gergo letterario» dovuto all'ambiente delle corti, si veleranno il viso con orrore, ma in ogni modo è bene ricordare che questi sonetti non li intendiamo né io né loro, se non che io mi spiego almeno perché sono incomprensibili (sono in gergo!), essi non spiegano neanche questo.
      Altre parole vi sono delle quali l'uso non è così generale e costante, parole delle quali forse il poeta doveva ritenere che «gli amici» avrebbero facilmente inteso il significato recondito pur non essendo questo fissato per convenzione. Così per esempio Gherarduccio, scrivendo aspramente contro Cino che teneva il piede in due staffe tra la setta e la Chiesa, poteva dirgli:
      Se v'ha ghermito la pola silvanacome esser può della pinta fedele?
      nelle quali parole tutti quelli che sapevano il fatto leggevano soltanto: «Se vi ha preso la Chiesa corrotta come pretendete di essere fedele alla setta?


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Il linguaggio segreto di Dante e dei Fedeli d'Amore
di Luigi Valli
pagine 879

   





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