la quale procede dal su' gran valore.
Il nobile intelletto che io portoper questa giovin donna ch'è apparita,
mi fa spregiar viltate e villania.
Il dolce ragionar mi dà confortoch'i fé con lei de l'amorosa vita,
essendo già in sua nuova signoria.
Ella mi fé tanto di cortesiache non sdegnò mio soave parlare,
ond'io voglio Amor dolce ringraziareche mi fé degno di cotanto onore.
Com'i' son scritto nel libro d'amoreconterai, Ballatella, in cortesia,
quando tu vedrai la donna mia,
poi che di lei fui fatto servitore(363).
Guido Cavalcanti (capo della setta dei «Fedeli d'Amore») in nome di Amore, della setta, rimprovera un adepto indocile alla disciplina e che minaccia di uscire dalla setta (gittarsi tra i morti), esortandolo a essere sottomesso e docile per la speranza di essere rimesso in onore.
Amico, tu fai mal che ti sconfortie ti lamenti sì di starmi servo,
dicendo ch'i' ti son crudo ed acervo,
volendoti però gittar tra i morti.
Non pare a me che 'n quella guisa portitua sofferenza, che quel ch'i' conservo
ti sia donato. Se, como lo cervo,
non ti rinnovi 'n saccienti ed accortipiaceri, e 'n soferir con be' costumi
quanto che piacerà a me di dartianch'io conoscerò lo tuo cor dentro.
Che’ ’n dar gioi' a villan già non mi pentro;
onde ti pena di cortese fartiacciò ch'io brevemente ti rallumi(364).
Guido Cavalcanti minaccia le rappresaglie e le vendette della setta (Amore) a coloro che non rimangono fedeli e si distaccano da lei. È un'energica e minacciosa circolare diramata in un momento in cui i fedeli accennavano a disertare.
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