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      Se non che sippensò per le precedenti pare che fosse Guido Chavalcanti. El messo tornò per la risposta la quale è a presso a questo Sonetto. Lo qual dice: "S'avessi decto amico di Maria"». Si comprende come Guido Orlandi, sospettando un tranello in quella grave e inusitata provocazione contro i Frati Minori, rispondesse - come vedremo - fuori gergo e con religiosa inusitata untuosità verso i frati.
      Una figura della Donna mias'adora, Guido, a San Michele in Orto,
      che di bella sembianza, onesta e pia,
      dei peccatori è gran rifugio e porto.
      E, qual con devozion lei s'umilia,
      chi più languisce più n'à di conforto:
      l'infermi sana e demon caccia via,
      ed occhi orbati fa vedere scorto.
      Sana in pubblico loco gran langori:
      con reverenza la gente la 'nchina:
      due luminara l'adornan di fori.
      La voce va per lontane cammina;
      ma dicon ch'è idolatra i Fra' Minori
      per invidia che non è lor vicina.(387)
      «Quest'è la risposta ke diede Guido Orlandi al messo ke li diede il detto sonetto». Si osservi bene che il redattore del codice (molto bene addentro nelle cose) non dice che la risposta fu mandata a Guido Cavalcanti. L'Orlandi, sospettando un tranello e una provocazione in quella sfrontata allusione contro i Frati Minori, risponde fuori gergo parlando di tutt'altro e in maniera così untuosamente bigotta che questa poesia stona violentemente in mezzo a tutte le altre del dolce stil novo con le quali non ha proprio nulla in comune e serve benissimo a far risaltare il vero carattere del sonetto precedente e l'ambiente di sospetto nel quale queste poesie venivano scambiate.


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Il linguaggio segreto di Dante e dei Fedeli d'Amore
di Luigi Valli
pagine 879

   





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