Ora dico, chi 'l segue com'ei conciache disconciando loro e il loro elloro
gridanne, punto non ne fan mormoroma si rallegran, com'oro acquistasse.
Parmi di tai son lor le vertù casse;
non più che vista han d'uomo razionale,
poi prenden gioia, e del lor cantan male,
e danno laude a chi tanto li sconcia,
cioè Amor, che non stanchi si venodi coronarlo imperò d'ogni bene,
e senza lui non mai nullo pervene,
dicono, a cosa possa avere onore,
onde cotal discende loro erroredi lassarsi infrenar di sì reo freno.
Non venonsi gechiti di laudareil folle e vano amor, d'ogni ben nudo,
li matti, che si covren del suo scudo,
il qual manco è, che di ragnolo tela;
e ché li porta isportando a velamettonsi a mar, creden' giungere a porto;
e poi che nel pereggio gli ave accortoalma fa, corpo, aver, tutto affondare:
d'ogni dunque reo male è fondamento.
Poi tutto tolle bono, e 'l contrar porge,
come la gente non di lui s'accorgea prender guardia de' suo' inganni felli,
che a Dio li fa ed al mondo ribelli?
Meraviglia grand'è com'non è spento.
Tai laudator lor pon far piacer reodi donar pregio a cotale amore,
che tutto trappa bene, e dà dolore.
Non già me coglieranno a quella setta;
alcuna fiata fui 'n sua distretta,
non sì disposto che m'avesse acchiuso,
ch'eo non potesse giù gire e suso;
né suo serv'era, né signor ben meo(397).
Onde m'accorsi del doglioso passo,
ove m'avea condutto, e conducia,
che parenti e amici avea in obbria,
e quasi Dio venìa dimenticando;
per che nel tutto gli aggio dato bando,
non più dimorovi, né prendo stasso.
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Amor Dio Dio
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