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      Parmi diritta dar possa sentenzachi servito signor ha in sua magione,
      se giusto, come comanda ragione,
      u se il contraro di ciò il disforrna,
      e chi non dimorato loco formadi sua condizion ave neiente,
      ma tanto come a voce della genteche mante fiate del ver fa 'ntenza.
      Perché d'amor deo saver far saggiocom'uomo che del suo sentì tormento,
      d'ogni, dico, tristore è munimento:
      colpi di tuoni quasi son soavia paraggio de' suoi; tanto son gravi
      ed empi non pensar porta 'l coraggio.
      Nighittoso fa l'uomo il suo difettoa tutte oneste e profittabil cose,
      ed a seguir le inique odiosepronto, ardito, viziato 'l cor regge;
      cotal d'amore è sua malvagia legge.
      Ma, assai che è, da dosso me l'ho spento,
      e in tal guisa, in verità che pentolo suo mi turberea veder tragetto.
      Non più triaca mi farà parereveneno, e fino lo venen triaca.
      Ché d'esto far di neun tempo vacaai denudati ch'hanno in lui gran fede.
      Cotal decreto in sua corte possede,
      se i suoi, non gran fatt'è, falli cadere (?)
      Al passo ditt'ho che m'addusse forte,
      di sua sentendo suggezione spersa,
      e dico, come femmi parer persaqual aspra più e pungent'era ortica;
      e come mi facea parer nemica,
      cui di nomare mi piace tuttora,
      senza la qual di vita serea fora,
      brobbiosa sofferendo e crudel morte,
      che là u' tutta gente hammi fallitae più chi più di me mostrava festa,
      chi ditto non lassatasi la vestaper poter mala persona dar campo,
      per pioggia, né per vento, né per lampo,
      di pensar ciò né far vesi gechita.
      Poi mi condusse in sì crudele errore,
      che mi facea del corpo il core odiare,


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Il linguaggio segreto di Dante e dei Fedeli d'Amore
di Luigi Valli
pagine 879