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      un uncia non avendo del cantaredi suo gravoso e sprofondato pondo;
      or de' ben dirupare nel profondochi di tal carco addosso ave la soma,
      e cui afferat'ha ben per la chioma,
      sì certo, ch'ogni i tolle, ch'ha valoremiri, miri catuno, e ben si guardi
      di non in tal sommettersi servaggio,
      ch'adduce noia e spiacere e dannaggio,
      e tutto quanto dir puossi di male,
      che questa vita tolle e l'eternale.
      Oh! Quanto assaporar mei' fora cardi.
      O miseri dolenti sciagurati,
      o netti d'allegrezza e di piacere,
      fonte d'ogni tristizia possedere.
      Spenti di vertù tutte e di luce,
      ponendo cura bene o' vi conduceil vostro amore, ch'al malvagio conio
      odiar via più fareste che demonio?
      Ma non tanto potete; sì v'ha orbati.
      Se della mente gli occhi apriste bene,
      e lo 'ntelletto non fossevi tolto,
      vedreste chiaro il loco, ove v'ha 'nvoltoch'è tanto laido, e dissorrato, e reo;
      non savreste altro dir, che mercé Deo;
      così doloroso è tutto ch'ei tene.
      Amor, ti chiamo per lo nome quantoper l'operare parmi ben so chenti
      di che ditt'ho: se gravato ti senti,
      e vuoi apporre di te vegna gioia,
      piacemi farlo sentenziare a Troia,
      a cui adosso il tuo affibbiasti manto(398).
      E per chiudere questo saggio di poesie tradotte mi sembra quasi un debito d'onore che io debba spiegare il sonetto oscurissimo di Cino da Pistoia che ho portato da principio per esempio di evidentissima scrittura in gergo, il sonetto: Perché voi state, forse, ancor pensivo.
      Nel corso della nostra trattazione abbiamo appreso qua e là molte cose che lo rendono ora abbastanza comprensibile.


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Il linguaggio segreto di Dante e dei Fedeli d'Amore
di Luigi Valli
pagine 879

   





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