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      chi tutto netto(418)
      verrà e stretto(419)
      a tempo che diremoquel tale et io se accordati saremo.(420)
      E qui si comincia a parlare di questa «Costanza» la quale staarmato al cuor che ben sai che vuol dire
      porta di donna vedova sua veste.
      Da questo fatto che Costanza porta veste di vedova il Barberino prende occasione per esaltare nel commento una misteriosissima vedova che egli dice di aver conosciuto e che è evidentemente la Sapienza coltivata dalla setta. Sentite come egli ne parla e ricordate che il «Figlio della vedova» era Manete, che «figli della vedova» si sono chiamati i suoi seguaci, i Manichei, e che questa simbologia della «vedova» è discesa giù giù fin nelle sette segrete dei giorni nostri.
      «Io dico a te e chiaramente che vi fu e vi è una certa vedova che non era vedova. Era toccata eppure intatta. Era vergine e la sua verginità era ignota. Mancò di marito. Aveva marito. Per la sua prudenza eccelleva sulle donne e per la sua eloquenza su tutte le creature terrene. L'armatura del suo cuore era pelvea e inespugnabile così che la saetta di chiunque saettasse contro di lei tornava indietro. I suoi capelli erano d'oro e sempre velati così che modestamente ne potessimo vedere la grazia intorno alle orecchie(421). I suoi occhi si tenevano abbassati o per l'onestà di lei o perché io non osassi guardare il loro splendore, cosicché non potei mai comprendere appieno di che colore essi fossero. Nell'animo dei presenti suscitavano il desiderio delle virtù... Il suo viso era puro, candido, perfetto e confortante ed esporre compiutamente le sue singole parti non è lecito all'uomo(422). L'onestà copriva il suo collo e il suo petto e appariva difesa fino ai piedi da una mirabile amabilità. I piedi di lei non furono mai visti da nessun altro; ma furono visti dall'uomo.


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Il linguaggio segreto di Dante e dei Fedeli d'Amore
di Luigi Valli
pagine 879

   





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