Particolarmente interessante è l'ultima strofe. Dopo aver letta questa io non so davvero chi possa dubitare che si tratti di una canzone settaria.
Essa ripete ancora che la canzone può essere intesa soltanto dai «Fedeli d'Amore» ai quali l'invia dicendo che, se essi sono veramente quello che spesso hanno protestato di essere, chineranno le ciglia al piede.
Questo lamento è di cotal natura,
che non si può intender dala genteche non ha sottil mente
né han da quella chiave lo intelletto,
se non avesse ben ferito il pecto(426).
E questa non può già ben veder puraconclusion d'esto mio dir se crede,
leggendo quel che vede,
poter trovar da dolor infinitodi certo fin alcun sermon fornito.
Però girai parlar così vestito,(427)
tra lor che tu ben sai(428),
che non t'inteser mai,
ma tra color ti fendi et auri et straccia(429),
ch'al tuo venir apparecchian le braccia.(430)
E per gli amici il tuo camino avaccia,
che se quel son che spessoparlato m'hanno adesso,
tu li vedrai chinar le ciglie a piedi,
e tu con questi fa soggiorno e siedi.
Che per honor di tal signore,
e dela somma parte,
dece che pianto, almen alquanto,
ne sia in ogni parte.
Si osservi che il poeta, pur lasciando intendere che c'è stato del sangue d'Amore versato e che è stato versato dalla Morte si guarda bene dal fare il più lontano accenno alla donna trafitta che sta avanti ad Amore e che nella figura è invece il personaggio principale. È la Sapienza santa che la morte colpisce in quanto colpisce Amore, in quanto ha distrutto una parte dei «Fedeli d'Amore» o forse in quanto, come Chiesa corrotta, ha distrutto in Arrigo VII, parte della forza dei «Fedeli d'Amore».
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