Tuttavia la critica «positiva» è libera d'indagare nelle «croniche» se veramente vi fu in quel secolo un'epoca nella quale non si poteva fare all'amore e le donne innamorate erano rimaste pochissime e «Morte» aveva ferito «Amore» distruggendolo per metà e una parte d'Amore era «lontan legata in prigione e catene», ma in modo che la gente che «non ha sottil mente» non potesse capir nulla. Cerchino... Cerchino...
4. Il « Tractatus amoris» e la figura rivelatrice della setta d'amoreIo rimando i lettori all'esame di tutta quest'opera ove lo spirito settario e il convenzionalismo segreto trapelano da ogni pagina, ma non posso tacere dell'appendice del libro, nella quale il carattere settario dell'opera viene limpidissimamente rivelato.
L'autore, dopo aver chiuso il suo libro con la figura della quale ho parlato sopra, che minaccia di dare la spada nel petto a chi lo aprirà, se non avrà certe qualità speciali, aggiunge un breve Tractatus amoris et operum eius che, egli dice, non fa parte del libro ma serve di glossa al suo proemio(431). In esso appare una strana figura d'Amore col solito dardo e con le solite rose in mano sul cavallo bianco e sotto di lui quattordici figure (sette e sette) che, appena esaminate con un po' d'attenzione e scrollateci di dosso le vecchie ingenuità della critica positiva che non ci ha capito e non poteva capirci nulla, ci ripetono proprio tutto quello che avevamo già scoperto della vita settaria dei «Fedeli d'Amore». E una figura rivelatrice e ignota a tutti coloro che prima di me hanno tentato questo tema.
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