Vedremo così trasformata secondo il suo «verace intendimento» quest'opera e ci ritroveremo in molti punti a convergere da altre vie con le mirabili intuizioni del Rossetti, del Perez, del Pascoli.
2. Dall'iniziazione al «Saluto» ritualeAnzitutto osserviamo: la Vita Nuova è una scelta di poesie d'amore di Dante accompagnate da un commento. Una scelta intenzionale per la quale doveva risultare dal libro una qualche «sentenzia», cioè un certo significato(472). Questa «sentenzia» doveva essere specialmente nota e chiara al destinatario del libro, il quale è il «primo amico» di Dante, Guido Cavalcanti, colui che amava Giovanna, mentre Dante amava Beatrice. Ma costui, Guido, definiva l'amore come l'unione dell'intelletto possibile con l'Intelligenza attiva, cioè Sapienza, e amava una donna siffatta che da essa vedeva venir fuori un'altra donna e poi un'altra e poi una stella.
È impossibile che i due non concepissero l'amore nella stessa maniera e Dante non avrebbe potuto parlare del suo amore per una bambina vera di nove anni a colui per il quale l'amore era l'unione con l'Intelligenza attiva, e si può aggiungere che non avrebbe potuto parlare dell'amore suo per la moglie di Simone de' Bardi a colui che come terzo precetto dell'amore aveva dettato: «Non amar donna altrui».
I. Cominciamo dal titolo scritto in fronte al libello. In tutti gli ambienti iniziatici e mistici, a partire dai misteri antichi a finire alle sette iniziatiche che ancora sussistono e senza escludere l'ambiente ortodosso del Cristianesimo antico e moderno, l'iniziazione è stata sempre concepita come «rinnovamento della vita», come «rigenerazione», come inizio di una seconda esistenza, cioè come un inizio di una «vita nuova». La cosa è talmente ovvia e risaputa che è tedioso il portare esempi.
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