Questa logicissima spiegazione conferma validamente l'ipotesi che i nove anni di Dante siano espressione convenzionale di gergo a significare l'età mistica dell'iniziato o un grado determinato dell'iniziazione. Si osservi (e questo dovrà essere tenuto a mente per altre considerazioni ulteriori) che i Templari usavano tenere l'adepto allo stato di aspirante per nove anni e soltanto dopo questi nove anni esso riceveva l'investitura(475).
Ma dopo che abbiamo chiarito il significato delle misteriose «Ovre d'amore» raffigurate nel disegno di Francesco da Barberino, a nessuno può sfuggire la strettissima analogia che esiste tra la coppia «fanciullo» e «fanciulla» che rappresenta il primo grado dell'ascensione verso l'amore nella simbologia settaria di quella figura, con questa coppia di fanciulli novenni che viene fuori dalla Vita Nuova.
Quella figura mostra chiaramente che per opera d'Amore gli uomini si rinnovano e rinascono. Erano prima, nella vecchia fede, nella vecchia vita, «religioso» o «religiosa», disegnati come adulti l'uno e l'altra e in corrispondenza con «morta» e «morto», coloro cioè che son fuori dell'iniziazione d'Amore, che non sono «Fedeli d'Amore».
Chi diventa «Fedele d'Amore» si ritrova rinato nella sua «Vita Nuova» e quindi evidentemente in figura di fanciullo. Nella figura del Barberino questo fanciullo dice, riferendosi alla fanciulla che gli sta di contro:
Io son ferito e non so ben perché
ma credo che mi diè quella donzelladi cui memora piangendo favella.
Il che vuol dire: il nuovo adepto rigenerato si sente preso da amore per la Sapienza santa, quantunque non conosca bene tutta la dottrina della verità (non so ben perché), ma è ferito dalla Sapienza santa che a lui fanciullo sta di contro in figura di fanciulla e della quale la sua memoria parla piangendo.
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