Amore dice in altri termini: «Scrivi alla setta in modo da riconfermare che tu sei stato e sei sempre fedele a essa».
Dante infatti scrive la ballata che comincia:
Ballata, i' voi che tu ritrovi Amore.
In questa ballata si ripete che è stato per volontà d'Amore (per seguire le prescrizioni della setta) che Dante ha guardato un'altra, perché Amore lo obbliga a cambiare aspetto (cangiar vista, dissimulare, fare un falsosembiante, stornare la figura), ma che con il cuore il poeta è rimasto sempre fedele alla Sapienza santa. Infatti dopo alcuni andirivieni di frasi varie si conclude:
Amore è qui, che per vostra bieltatelo face, come vol, vista cangiare;
dunque perché li fece altra guardarepensatel voi da che non mutò 'l core.
Il che significa, in perfetta coerenza con quanto è detto sopra: «Dante non ha mutato il suo cuore. La setta gli ha fatto guardare un'altra (la religione della Chiesa corrotta) ma voi sapete perché, soltanto per dissimulare il suo vero sentimento».
Ora pensiamo un momento: di che cosa si era adirata Beatrice? Perché gli aveva negato il saluto? Per l'infedeltà? No, ma perché Dante avrebbe con poca gentilezza infastidito la donna, le avrebbe fatto noia. Dante di questa che è la vera accusa non si scolpa affatto, si scolpa dell'infedeltà della quale nessuno lo aveva accusato dicendo che è apparente. Perché? Perché invero essere «noioso» ed essere infedele alla setta erano la stessa cosa.
XIII. Dante messo così in certo modo in quarantena dalla setta, si sfoga narrando i contrasti interni che egli prova perché, mentre da una parte riconosce che «è buona la signoria d'Amore» (dell'amore per la Sapienza santa), dall'altra trova che Amore (la setta) fa passare molti «dolorosi punti» ai suoi fedeli.
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