Dante ha perfettamente ragione. Se avesse dichiarato che gli «spiriti del viso» significano «contemplazione intellettuale» e che perciò essi erano attratti nella visione della Sapienza santa che avviene fuori degli occhi materiali, cioè degli strumenti materiali del vedere, avrebbe fatto capire subito a tutti che Beatrice era la Sapienza santa e questo i «Fedeli d'Amore» lo sapevano già e gli altri era molto meglio che non lo sapessero.
E che si trattasse di una specie di momento estatico è confermato dalle parole che Dante dice al suo amico uscendo da quella riunione: «Io tenni li piedi in quella parte de la vita di là da la quale non si puote ire più per intendimento di ritornare»; il che vuol dire: «Io sono arrivato, nella commozione che mi dà la visione della Sapienza santa, quasi all'excessus mentis».
Ma abbiamo visto che c'è un altro strano fatto in questo racconto, ed è il «gabbo» delle donne e di Beatrice stessa.
Strano, se non da parte delle donne, da parte di Beatrice. Infatti poco prima Amore ha detto a Dante: «Veracemente è conosciuto per lei (per Beatrice) alquanto lo tuo secreto per lunga consuetudine». Dunque Beatrice, se era una donna vera, sapeva che Dante era da tempo innamorato di lei e se, essendo donna vera e sapendo questo e vedendolo impallidire e quasi tramortire avanti a lei, non avesse saputo far altro che gabbarlo, invece di essere la più gentile delle donne non sarebbe stata che una volgarissima femina.
Ma che cosa significa in realtà questo «gabbo»?
Significa questo, che gli adepti non conosciuti da Dante, i quali sanno benissimo che egli è un iniziato, quando egli, preso all'improvviso, finge di non intendere nulla e si appoggia simulatamente a una pintura, lo gabbano.
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