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      Ahi Deo, com'have avanzato 'l su' dettopartendolo da noi in alta sede!
      E com'have 'n sua laude dolce fede,
      che ben ha cominzato e meglio prende!
      Torto serìa tal omo esser distrettoo malmenato di quella al cui pede
      istà inclino, e sì perfetto crede,
      dicendo sì pietoso, e non contende,
      ma dolci motti parla, sì ch'accendeli cori d'amor tutti e dolci face;
      sì che di noi nessuna donna tace,
      ma prega Amor che quella a cui s'arrendesia a lui umiliata in tutti lati
      dov'udirà li suoi sospir gittati.
      E continuano ancora la lode di quel suo parlare dicendo che né vista né voce fu mai così virtuosa sotto un velo (e confermano che c'è dunque un velo!) come l'implorare che fa Dante, per il che si deve ritenere che egli sotto quel velo desii una nobile cosa (la Sapienza sotto il velo di Beatrice), e che abbia conosciuto la diritta via. Le donne dicono addirittura di essere su questo «essute in accordo», ciò vuol dire, evidentemente, che hanno fatto proprio una riunione, una seduta, prima di rispondere al poeta con questa canzone la quale segna il trionfale riaccoglimento di Dante in seno ai «Fedeli d'Amore».
      Per la vertù che parla, dritto osteloconoscer può ciascun ch'è di piacere,
      ché 'n tutto vol quella laude compierec'ha cominzata per sua cortesia;
      ch'unqua vista né voce sott'un velosì vertudiosa come 'l suo cherere
      non fu ned è, per che de' om tenereper nobil cosa ciò che dir disia;
      ché conosciuta egli ha la dritta via,
      sì che le sue parole son compiute.
      Noi donne sem di ciò in accordo essute,
      che di piacer la nostra donna tria;


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Il linguaggio segreto di Dante e dei Fedeli d'Amore
di Luigi Valli
pagine 879

   





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