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      In altro significato il «Fedele d'Amore» chiamava «morte di Madonna» la dispersione del gruppo settario (dovuta in genere al pericolo o alla persecuzione), dispersione nella quale l'idea santa si raccoglieva per così dire nel cielo, salvo a rinascere rinnovata come «l'unica fenice», che però sotto forme e nomi diversi riportava nel mondo il culto per la santa verità.
      Ora a me sembra indubitabile che, nella parte centrale della Vita Nuova, Dante abbia mirabilmente giocato su questo significato doppio e abbia: 1. Previsto la morte di Beatrice. 2. Narrato la morte di lei. 3. Pianto la sua morte. 4. Cantato il riapparire di lei in visione, dando sensi mistici convenzionali diversi all'espressione: «morte di Beatrice».
      E dico subito, per essere più chiaro, che nel momento tragico nel quale egli presenta in una farneticante visione la morte di Beatrice, egli presenta e prevede la dispersione della setta, mentre quando annunzia in quella strana forma che tutti sanno, la morte di Beatrice, egli parla indiscutibilmente di un suo ascendere nella perfezione mistica che lo condusse a un grado altissimo di stato mistico, se non addirittura a una forma di estasi, della quale non possiamo sorprenderci se ricordiamo le parole già citate della lettera a Can Grande, nelle quali Dante, contro gli invidi che irride-vano alla sua visione, allega precisamente Riccardo da San Vittore e si pone evidentemente in figura di San Paolo(499).
      Ciò premesso torniamo a interpretare il racconto della Vita Nuova.
      XXII. Poco dopo che Dante ha assunto l'alto ufficio di maestro d'amore, dando risposte sulla natura d'amore e simili, accade un fatto importante.


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Il linguaggio segreto di Dante e dei Fedeli d'Amore
di Luigi Valli
pagine 879

   





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