In un libro che non riguarda minimamente Dante, ma che raccoglie con tutt'altro intento le leggende intorno ai simboli, io trovo queste parole che trascrivo tali e quali e che testimoniano per me l'esistenza di una tradizione nella quale il nove era il numero dell'Intelligenza (o Sapienza).
«I numeri divennero la base del primo sistema geroglifico del genere umano e della lingua universale dei simboli.
«In effetti gl'iniziatori ebbero in breve l'idea, per aiutare la loro memoria, di inscriverli sopra pietre esprimendoli graficamente con gruppi di punti... Così essi insegnarono che 1 significava il cielo, 2 la terra, 3 l'uomo, 4 il padre, 5 la madre, 6 il figlio, 7 il senso, 8 il cuore, 9 l'Intelligenza, 10 l'adorazione della vita per mezzo dell'estasi(511).
Ripeto che con questo io non intendo accettare come verità questo racconto, ma soltanto l'esistenza della tradizione che per me è sufficiente a dimostrare la mia tesi ponendo l'equazione: Beatrice = 9 = Intelligenza o Sapienza.
Dante ci ha dunque significato nella morte di Beatrice quello stesso che significava Riccardo da San Vittore nella morte della compagna di Beatrice, Rachele; cioè un certo elevarsi, un trascendere del suo spirito in forma estatica o quasi estatica, una qualche forma di vero e proprio «raptus», nel quale Dante, sull'esempio di tutti i mistici suoi maestri, aveva coronato in certo modo il suo amore per la santa mistica Sapienza, o si riteneva lo avesse coronato perché giunto alla «suprema gerarchia» della setta.
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