Dobbiamo dunque ritenere che Dante, dando ora all'espressione «morte di Beatrice» il significato di «abbandono della terra da parte della vera Sapienza santa», abbia esposto in una lettera ai «Prìncipi della terra» lo stato veramente miserando di Firenze o forse del mondo tutto (la innominata sopradetta cittade della Vita Nuova) dopo che la Sapienza santa lo aveva disertato, raccogliendosi nei Cieli. E questo sì che era argomento da scriverne e in forma latina, solennemente, ai «signori della terra». Si continuava così nella Vita Nuova il pensiero della Sapienza che diceva che la Sapienza deve guidare i Re della terra, e si ripeteva, in mezzo alle apparenti parole d'amore, il pensiero che la vera Sapienza santa non è più sulla terra ove dovrebbe sedere sul sacro Carro della Chiesa.
XXXI. Dante scrive ora la canzone «cattivella» in morte di Beatrice per disfogare la sua tristezza. Tra le parole abbastanza fredde e convenzionali di dolore, ne sfuggono al poeta alcune che si spiegano soltanto nel senso mistico. Il fatto, per esempio, che Beatrice è morta, ma:
no la ci tolse qualità di geloné di calore, come l'altre face.
Essa è partita dal mondo:
perché vedea ch'esca vita noiosa
non era degna di sì gentil cosa.
Tutti la piangono. Chi non la piange è soltanto chi ha il cuore di pietra. Si ricordino le pietre che gridavano contro Dante e il significato generale di Pietra come Chiesa corrotta o persona che segue la Chiesa corrotta.
Chi no la piange, quando ne ragionacore ha di pietra sì malvagio e vile,
| |
Dante Beatrice Sapienza Firenze Vita Nuova Sapienza Cieli Vita Nuova Sapienza Sapienza Sapienza Carro Chiesa Beatrice Beatrice Dante Pietra Chiesa Chiesa
|