E comincio da quelle del libro secondo(526) perché le prime di qualche importanza le ho già esaminate (I-XXXVIII) a proposito della Vita Nuova.
XXXIX-XLVII. Possiamo lasciar da parte i sonetti scambiati dall'Alighieri con Dante da Maiano. Il sonetto di questo poeta: Provedi saggio ad esta visione, è mandato a molti rimatori, probabilmente in occasione di un passaggio di grado di Dante da Maiano, il quale descrive una delle solite visioni che rappresentano sotto simbolo una funzione iniziatica, proprio come il sonetto di Dante: A ciascun'alma presa e gentil core. Il poeta dice che una bella donna gli ha fatto dono di una ghirlanda verde fronzuta con bell'accoglienza e che dopo si è trovato addosso la camicia di lei. Allora l'ha abbracciata e baciata e finisce:
del più non dico, che mi fé giurare.
E morta, ch'è mia madre, era con ella.
La ghirlanda ha sempre parte in queste cerimonie. La camicia dell'amata indosso all'amante significa probabilmente l'identificazione dei due che avviene nelle mistiche nozze (nella figura di Francesco da Barberino moglier e marito sono nello stesso vestito). Il giuramento di non dire ricorda naturalmente l'impegno del segreto e quella madre morta che il poeta sogna vicino alla sua donna mi sembra probabile che sia la Chiesa nella quale l'adepto nasce, ma che poi una volta iniziato, considera come «morta» o «morte». Secondo l'uso che conosciamo, al sonetto mandato anonimo Dante risponde con quattordici versi sciocchissimi che menano il can per l'aia.
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