Ma procediamo a un esame completo, perché questa poesia lo merita.
Dante nella prima strofe descrive dunque un tragico inverno che comincia caratterizzato dal fatto (si noti) che la stella d'amore ci sta lontano e non si vede (setta occultata), mentre Saturno (il suo opposto: il pianeta «che conforta il gelo») si mostra tutto. Nondimeno Dante non disgombra un solo pensiero d'amore dalla sua mente, la quale è «più dura che petra in tener forte immagine di petra». E con quest'espressione «tener forte immagine di petra» comincia il suo gioco che, come Dante dirà poi, rappresenta veramente una «novità che non fu mai pensata in alcun tempo». La sua mente tiene sì un pensiero d'amore ma oltre a ciò è attaccata, ma ostilmente attaccata a un'immagine di pietra che Dante non ci dirà mai di amare.
Qui dice soltanto che la tiene forte e non si tiene forte soltanto l'amante, anche il nemico si tiene forte(552) e, come dirà dopo, desidererebbe di tenerla anche più forte. Quest'immagine di pietra è angosciosamente presente nella mente di Dante; non gli si parte mai dinanzi al pensiero: egli la mira e la combatte sempre, benché nel tempo freddo essa si faccia signora e persecutrice e martirizzatrice ed egli è intento nell'immagine di lei col suo odio. Ecco che cosa vuol dire «tener forte».
Io son venuto al punto de la rotache l'orizzonte, quando il sol si corca,
ci partorisce il geminato cielo,
e la stella d'amor ci sta remotaper lo raggio lucente che la 'nforca
sì di traverso, che le si fa velo;
e quel pianeta che conforta il gelo
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Saturno Dante Dante Dante Dante
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