Ma ora il poeta comincia a disperare che «questo legno molle e verde s'infiammi» e che la passione del poeta consegua il successo dell'idea mentre egli cerca tutte le vestigia di questa santa Sapienza. Nella chiusa è riaffermata la virtù illuminante di questa giovane donna (che non è affatto la «pietra»), la quale fa sparire l'ombra più nera dell'errore, come l'erba verde fa sparire sotto di sé (si noti bene) la pietra.
Io l'ho veduta già vestita a verdesì fatta, ch'ella avrebbe messo in petra
l'amor ch'io porto pur a la sua ombra;
ond'io l'ho chesta in un bel prato d'erbainnamorata, com'anco fu donna,
e chiuso intorno d'altissimi colli.
Ma ben ritorneranno i fiumi a' colliprima che questo legno molle e verde
s'infiammi, come suol far bella donna,
di me; che mi torrei dormire in petratutto il mio tempo e gir pascendo l'erba,
sol per veder do' suoi panni fanno ombra.
Quandunque i colli fanno più nera ombra,
sotto un bel verde la giovane donnala fa sparer, com'uom petra sott'erba.(558)
CII. Non mi soffermo a riesporre tutta la sestina che segue: Amor tu vedi ben che questa donna, così artificiosa nella sua novità metrica che il pensiero ne è gravemente contorto. In essa si parla però della Chiesa corrotta (Pietra) che non cura la virtù d'amore, che quando vide che poteva incrudelire su Dante lo fece per la ragione appunto del raggio d'amore che riluceva nel volto. Essa è dura come una statua di pietra. Ma Dante porta nascosto il colpo d'amore (la sua qualità di «Fedele d'Amore»), di quell'amore che lo ha fatto pietra nel cuore (morte degli affetti) liberandolo nella mente.
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