Così nel mio parlar voglio esser asprocom'è ne li atti questa bella petra,
la quale ognora impetramaggior durezza e più natura cruda,
e veste sua persona d'un diasprotal, che per lui, o perch'ella s'arretra,
non esce di faretrasaetta che già mai la colga ignuda:
ed ella ancide, e non val ch'om si chiudané si dilunghi da' colpi mortali,
che, com'avesser ali,
giungono altrui e spezzan ciascun'arme;
sì ch'io non so da lei né posso atarme.
Il poeta non può trovare arma di difesa contro di lei che, al solito, tiene la cima della sua mente (nel senso ch'egli è affisato in lei con il suo odio). Essa non cura il suo male e il poeta dice: O dispietata lima che sordamente scemi mia vita, perché non temi, non ti trattieni dal rodermi il cuore così come io mi trattengo dal dire agli altri chi sia veramente quella donna che ti dà forza di rodermi? Parole nelle quali si sente tutta l'angoscia di dover tacere il vero nome della Chiesa corrotta contro la quale si scrive e che è quella che dà forza alla lima che rode il cuore del poeta.
Non trovo scudo ch'ella non mi spezziné loco che dal suo viso m'asconda;
ché, come fior di fronda,
così de la mia mente tien la cima:
cotanto del mio mal par che si prezzi,
quanto legno di mar che non lieva onda;
e 'l peso che m'affonda
è tal che non potrebbe adequar rima.
Ahi angosciosa e dispietata limache sordamente la mia vita scemi,
perché non ti ritemisì di rodermi il core a scorza a scorza,
com'io di dire altrui chi ti dà forza?(559)
Al poeta trema il cuore quando pensa di lei in parte ove altri (nemico o estraneo alla setta) lo veda, per timore che il suo pensiero non traluca di fuori sì che si scopra.
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Chiesa
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