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      ), ma sono altre mille e più vittime di questa «scherana micidiale e latra»!
      Ma ecco (profondo e commosso pensiero!), questa Chiesa corrotta, questa «pietra» malvagia che dev'essere posta nel caldo borro e alla quale Dante vorrebbe strappare le chiome, è pur quella che ha nel fondo del suo essere nascosta la santa verità che il poeta ama. La meretrice è la corruzione di Beatrice sul suo stesso carro. Per questo Dante, quando la Chiesa fosse purificata e punita della sua corruzione, vorrebbe ritrovare in essa le faville del vero amore, della santa verità e vorrebbe guardarla presso e fiso per ritrovare in lei quella verità ch'egli veramente ama e, vendicato il fuggire che ella fa, cioè il suo straniarsi dal vero amante della Sapienza santa, vorrebbe renderle «con amor pace»!
      È, in altre forme, il sogno della Divina Commedia: purificare la Chiesa nella quale è la verità, in modo da ritrovare in essa non più la meretrice o la scherana micidiale e latra, ma la vergine Beatrice, la santa Sapienza purissima degna dell'eterno Amore!
      S'io avessi le belle trecce prese,
      che fatte son per me scudiscio e ferza,
      pigliandole anzi terza,
      con esse passerei vespero e squille:
      e non sarei pietoso né cortese,
      anzi farei com'orso quando scherza;
      e se Amor me ne sferza,
      io mi vendicherei di più di mille.
      Ancor ne li occhi, ond'escon le favilleche m'infiammano il cor, ch'io porto anciso,
      guarderei presso e fiso,
      per vendicar lo fuggir che mi face;
      e poi le renderei con amor pace.
      Il congedo riafferma lucidamente tutto il senso della poesia.


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Il linguaggio segreto di Dante e dei Fedeli d'Amore
di Luigi Valli
pagine 879

   





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