Pagina (499/879)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      La seconda setta, attingendo sempre all'antico insegnamento iniziatico, ne ha generata una terza. Si noti bene che Amore, la «setta d'Amore», appartiene per confessione di Dante a tutta questa famiglia nella quale le donne si riproducono per partenogenesi specchiandosi dentro una fontana. E Dante infatti fa dire in seguito ad Amore che le altre donne «del sangue nostro» vanno mendicando.
      Poi che fatta si fu palese e conta,
      doglia e vergogna preselo mio segnore, e chiese
      chi fosser l'altre due ch'eran con lei.
      E questa, ch'era sì di pianger pronta,
      tosto che lui intese,
      più nel dolor s'accese,
      dicendo: «A te non duol de gli occhi miei?»
      Poi cominciò: «Si come saper dei,
      di fonte nasce il Nilo picciol fiumequivi dove 'l gran lume
      toglie a la terra del vinco la fronda(566):
      sovra la vergin ondagenerai io costei che m'è da lato
      e che s'asciuga con la treccia bionda.
      Questo mio bel portato,
      mirando sé ne la chiara fontana,
      generò questa che m'è più lontana».
      Amore sospira nell'apprendere tutto questo. Non le aveva riconosciute prima, sì che i suoi occhi erano stati folli. Ora i suoi occhi si bagnano di pianto, ma è Amore, l'ultima nuova giovane setta, del sangue di quelle della tradizione gnostica che aveva avuto origine in Egitto, colui che conforta le germane sconsolate. E come le conforta? Con quale idea, con quale speranza, con quale promessa? Proprio con quella teoria che Dante ha esposto in segreto nella «Divina Commedia»: la teoria della Croce e dell'Aquila.
      Amore mostra alle «germane sconsolate» i suoi dardi che sono due: sono le armi, dice, che io ho voluto in prò del mondo.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Il linguaggio segreto di Dante e dei Fedeli d'Amore
di Luigi Valli
pagine 879

   





Amore Amore Dante Dante Amore Nilo Amore Egitto Dante Commedia Croce Aquila