Amore dunque (la setta) ha voluto salvare il mondo per mezzo di due armi, che qui sono chiamate due dardi, per mezzo cioè di due forze. Amore le mostra e dice: «Per non usar, vedete, son turbate»: sono la Sapienza e la Giustizia che nel simbolismo della Divina Commedia fanno capo alla Croce e all'Aquila, le due forze salvatrici del mondo.
E proprio a quel modo che nella Divina Commedia tutta la corruzione del mondo è attribuita all'imperfetto funzionamento della Croce e dell'Aquila, Sapienza e Giustizia che devono operare in armonia parallela per mezzo del Papato e dell'Impero, imperfetto funzionamento derivante dal fatto che in queste due forze salvatrici, l'una, l'Impero, non opera (e quando opererà di nuovo ristabilirà l'ordine santo nel mondo), così qui Amore promette di salvare il mondo in quanto troverà gente che «farà star lucente» l'uno dei due dardi che è, evidentemente, arrugginito: l'Impero.
Dante così ha utilizzato la tradizione dei due dardi d'Amore, uno d'oro e uno di piombo, per dire anche qui quello che dirà in tutta la Divina Commedia, cioè che ristabilendo nella sua autorità l'Impero, che è una delle due forze salvatrici, nella cui assenza si è corrotta anche l'altra, il Papato, si ristabilirà nel mondo l'ordine santo voluto da Dio. Questa dottrina segreta del Poema egli mette in bocca ad Amore! Altra prova che Amore non è amore di donne, ma è depositario e diffonditore di dottrine segrete riguardanti la salvezza del mondo: è una fede, una setta. Con questa speranza Amore (la setta) conforta le altre sette, fedeli esse pure alla verità santa, povere, discacciate, ma che sono del suo sangue, le altre che sono come lui «dell'eterna rocca», cioè fedeli alla Sapienza santa, alla Chiesa pura, e vuole che esse lascino il piangere e il dolersi agli uomini bassi e vili che da questa eterna rocca sono fuori.
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