Ora la canzone nel senso letterale suona: la bellezza delle donne è fatta per unirsi alla virtù che dev'essere negli uomini, ma negli uomini non c'è più virtù, quindi le donne dovrebbero celare la loro bellezza. Nel senso profondo invece suona: la Sapienza che gl'iniziati possiedono è fatta per unirsi alla virtù operativa degli altri uomini, cioè per guidare la loro operazione nella giustizia. Ma nel comune degli uomini la giustizia non esiste più. Negli uomini non c'è più la virtù, è quindi inutile e inopportuno che gli adepti diffondano la loro sapienza, meglio che la nascondano. Si noti che nella Divina Commedia riapparirà in altra forma lo stesso profondo dramma etico; il senso cioè dell'insufficienza e dell'ineffettività della Sapienza (acquistata con la Croce) quando manchi la virtù della Giustizia (che si acquista con l'Aquila).
Strofe prima. Il dolore mi dà ardimento a una volontà che vuole proclamare il vero, perciò, o adepti, se io dico parole «quasi contra tutta gente» non vi meravigliate ma imparate com'è vile, mal collocato, il vostro desiderio di largire la vostra Sapienza (bellezza) agli uomini. Questa Sapienza fu data soltanto per essere unita alla virtù del mondo e voi fallate contro questo decreto antico. Voi «Fedeli d'Amore» (che siete innamorate) aveste la Sapienza affinché, avendo noi uomini comuni la virtù, di queste due cose si potesse fare una cosa sola. Voi dovreste dunque (poiché la virtù non c'è) coprire, nascondere quanto è stato dato a voi di Sapienza.
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