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      Infatti la dottrina segreta della Commedia sorge dalla convergenza e dall'armonica fusione di due ordini d'idee che avevano commosso e agitato il pensiero di Dante.
      L'uno è l'ordine d'idee della tradizione dei «Fedeli d'Amore»: esiste una Sapienza santa consegnata da Cristo alla Chiesa e che è diversa da quella che la Chiesa, corrotta dagli interessi mondani, diffonde per il mondo (il veleno del «gran tiranno»). L'altro è l'ordine d'idee che si era sviluppato e chiarito in Dante durante la sua ardente lotta politica per la restaurazione dell'Impero: la Chiesa è corrotta perché ha usurpato i beni e l'ufficio dell'Impero. L'Impero è un necessario rimedio contro l'infermità del peccato, l'assenza di esso è causa della disarmonia e della corruzione del mondo. La sintesi di queste due correnti d'idee che Dante operò nel segreto della Commedia si può riassumere così: «La dottrina della Chiesa è Sapienza santa e pura Verità rivelata e sanatrice nella vita contemplativa se e in quanto la Chiesa, che è la depositaria della virtù della Croce, riconosca accanto a sé, necessariamente cooperante alla salvezza degli uomini, la virtù regolatrice della vita attiva, cioè l'Impero, depositario della virtù dell'Aquila; è invece corruzione, è meretrice, è causa della perdizione umana e falsatrice della Verità rivelata in quanto disconosce l'Impero e usurpa i beni mondani che spettano a esso e le sue funzioni di regolatore della vita attiva. Questo pensiero semplificava in certo modo con un'idea alta e limpida tutta la dottrina dei «Fedeli d'Amore», unendo ad essa un elemento profetico e apocalittico.


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Il linguaggio segreto di Dante e dei Fedeli d'Amore
di Luigi Valli
pagine 879

   





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