Dirò di più. Se, come generalmente si ritiene, la caratteristica del classicismo sia la chiarezza delle idee, la convenienza, l'armonia e la logica delle immagini, il dolce stil novo riappare ora più di prima vicino alla tradizione classica dello spirito italiano.
Infatti, là dove prima si vedeva la donna reale ascendere in modo vago, in forma nebulosamente romantica, in una mal definita idealizzazione, noi vediamo oggi invece crearsi col dolce stil novo l'immagine di una donna bellissima e purissima, amata di alto e castissimo amore, a raffigurare adeguatamente, con classica rispondenza, la divina Sapienza amata che illumina, che innalza, che purifica, che beatifica l'amante e che lo conduce a Dio. E con ciò la poesia italiana si contrapponeva a quella poesia mistica che in Oriente e talora anche in Francia, aveva cantato il mistico amore con immagini mal rispondenti al vero soggetto, sensuali o volgari.
Tanto per confermare che la conoscenza vera del contenuto di una poesia ha qualche importanza anche per apprezzare quella poesia sotto l'aspetto umano e sotto l'aspetto estetico.
Terza pseudo-obiezione. Si tratta di vecchie idee che furono già confutate dalla critica.
Rispondo. Nossignori. Non si tratta affatto di vecchie idee. Se io riconosco al Rossetti il merito d'aver iniziato queste indagini e il merito d'averle sviluppate col sacrificio operoso di tutta una nobilissima vita, respingo completamente tutta l'enorme massa di confusioni con la quale egli danneggiò la sua stessa scoperta iniziale, rivendico a me il metodo dell'indagine, l'enorme maggioranza degli elementi addotti, fondati su testi in gran parte ignoti al Rossetti (e ai suoi non profondi seguaci) o da lui non apprezzati, rivendico la liberazione dalle scorie e la «messa a fuoco» dell'idea.
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