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      Ne venne una graziosa burla.
      Non so se vi sarà qualcuno che, a corto di argomenti, vorrà rievocare questo esempio. Faccio osservare alle persone serie che io non ho preso qua e là alcuni elementi, alcuni versi della poesia d'amore portandoli, ciò che sarebbe stato facilissimo, a un significato mistico, ma ho preso tutta la poesia di Dante, si può dire parola per parola, e l'ho inquadrata in tutto lo spirito storico e religioso del suo tempo. Lo scherzo del Perès può essere invocato solo da chi sia tanto melenso da non vedere la differenza di metodo che c'è tra l'interpretare un'opera nella sua totalità e l'interpretarne dei frammenti arbitrariamente scelti, cosa che evidentemente si presta a scherzi d'ogni genere.
      Sesta pseudo-obiezione. È la pseudo-obiezione che chiamerò astrattiva, molto in uso nella critica «positiva». Essa consiste nel prendere in un'opera un'idea sola o due o tre distaccate dal resto, o un solo argomento tra mille che sono stati portati (e nella convergenza dei quali è la forza della dimostrazione), scegliere quello che, specie da solo, ha apparenza malferma, dare a intendere che è l'argomento fondamentale e dedurne senz'altro che si tratta di pazzia. È questo il metodo col quale fu assassinato il Rossetti e si tentò di assassinare il Pascoli(614).
      Settima pseudo-obiezione. È quella che chiamerò l'ingenuità legittima, quella della gente che alle mie interpretazioni simboliche, alle traduzioni dal gergo, opporrà semplicemente, col tono di confutarmi, il senso letterale delle poesie (là dove potrà più o meno facilmente ricostruirlo) e dirà: «Ma che Sapienza?


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Il linguaggio segreto di Dante e dei Fedeli d'Amore
di Luigi Valli
pagine 879

   





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