Ho parlato poco innanzi delle catacombe. Ebbene, anche lì è difficile a volte sapere se una galleria fu scavata dai primi semplici cercatori di pozzolana o se fu scavata dopo, per motivi religiosi, dai cristiani che adattarono per scopi religiosi le cave di pozzolana. Questo non vuol dire che non si distinguano in genere le semplici cave di pozzolana dalle catacombe e le poesie d'amore da quelle d'amore mistico.
Altra obiezione. Com'è possibile che la Chiesa abbia per tanto tempo ignorato tutto questo lavorio segreto e non si sia mai accorta di questo gioco così vastamente diffuso nella letteratura?
Rispondo. Anzitutto il gioco era generalmente molto abile. Le poesie che noi oggi abbiamo sottocchio raccolte in volumi, giravano allora per lo più staccate l'una dall'altra in fogli volanti, in poche copie. Se noi oggi possiamo riconoscere l'unità del loro pensiero e del loro gergo, possiamo farlo soltanto perché ne abbiamo davanti contemporaneamente molte centinaia, perché riavviciniamo fatti, indizi e uomini che nella realtà della vita potevano apparire molto lontani tra loro e molte strane idee convergenti, e perché integriamo con un mezzo pensiero sfuggito per esempio a Dante, un altro mezzo pensiero sfuggito al Barberino e simili. Inoltre Falsosembiante consigliava tutti costoro a essere ossequenti a Malabocca, a non ostentare avversità dottrinale alla Chiesa, e il gioco delle corti d'amore, prolungatosi a coprire il contrabbando eterodosso, dovette molto spesso far scambiare per dei patetici vagheggini di questa o quella donna della quale si diceva apertamente il nome e forse si sussurrava in segreto un più o meno fantastico cognome, i Fedeli della santa Sapienza.
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