Questo fatto dimostra che è esistita sempre la tradizione di un Dante templare, e questa tradizione ha il suo indiscutibile valore. Vi sono anche altri indizi. Abbiamo visto che i Cavalieri Templari usavano tenere gli adepti nel grado di novizi prima dell'iniziazione per nove anni. E proprio per nove anni Dante accenna ad avere atteso l'iniziazione perfetta e di nove in nove anni sale ai gradi superiori. Ancora. I colori dei Templari erano, come è noto, il rosso e il bianco. Sarà un caso, ma Dante nella figura di Giotto, è vestito di rosso e di bianco.
E finalmente è per me un argomento di altissima importanza questo, che Dante nella Divina Commedia, condotto da Beatrice fino «nel giallo della Rosa sempiterna», alla conquista cioè della perfetta visione della beatitudine e di Dio, giunto lì, passi sotto la guida di un Cavaliere Templare, anzi proprio di colui che aveva dettate le leggi dell'Ordine e che dell'Ordine era considerato come il Padre spirituale: San Bernardo!
Alcuni di questi argomenti furono già presentati dal Rossetti e dall'Aroux e variamente ripetuti, ma io posso aggiungere a essi questi altri: in una novella del Boccaccio, già segnalata dal Rossetti come travestimento segreto delle vicende settarie occorse a Dante, nella quale si parla di un poeta della famiglia degli Elisei (la famiglia di Dante) andato in bando dalla sua patria per le macchinazioni di un «fraticel pazzo e bestiale», si dice che questo poeta fu ripreso dall'amore per la sua donna che l'aveva abbandonato: perché sentì cantare a Cipro una canzone già da lui composta in onore di lei.
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