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      L'amorosa Madonna Intelligenza
      che fa nell'alma la sua residenzache con la sua beltà m'ha 'nnamorato.
      Il Rossetti aveva compreso che tutto questo strano amore, che solo in momenti rarissimi sa esprimere qualche lampo d'affetto veramente applicabile a una donna, ma gioca per lo più in forme fredde e stiracchiate, contorte, convenzionali e pregne di simbolismo, confondendosi con la morale e con la politica, era pervaso da un gergo mistico-settario ed era amore coltivato da un gruppo iniziatico per questa vera Sapienza posseduta, ma occultata dalla Chiesa.
      Ebbene, la pubblicazione integrale de I Documenti d'Amore di Francesco da Barberino ci mostra un libro scritto evidentemente per degl'iniziati di grado inferiore per prepararli ai superiori, un libro che non doveva essere lasciato in balìa del pubblico e che è tutto pieno di allusioni chiarissime all'organizzazione settaria, ove si parla di «signori saggi e coverti» capaci, essi soli, d'intendere una poesia, di una donna che molti amano e che non è lecito descrivere, pieno di strane figure che non ammettono altra spiegazione che quella d'un simbolismo occulto, un libro che grida limpidamente la clamorosa conferma dell'ipotesi del Rossetti il quale pure non ne conosceva che qualche parte poetica.
      Infine la conoscenza oggi diffusa del linguaggio convenzionale col quale la poesia persiana esprimeva le idee mistiche di una setta sotto il velo della poesia d'amore, ha dimostrato che quel processo che il Rossetti aveva sospettato nella lirica dell'Occidente era diffusissimo in tutta la lirica dell'Oriente, e ha distrutto di colpo tutte le superficialissime pregiudiziali sollevate a tempo suo contro la possibilità di un tale gergo, contro la possibilità che da questa poesia convenzionale potessero sorgere anche delle poesie belle e commosse, ha dimostrato quanto fossero fuor di luogo le meraviglie di coloro che ritenevano impossibile che accadesse in Italia quello che nello stesso tempo e per la durata di secoli avveniva indiscutibilmente sull'altra sponda del Mediterraneo, da dove proprio veniva quella «Rosa di Sorìa» o «Rosa d'Oriente» cantata dai poeti nostri.


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Il linguaggio segreto di Dante e dei Fedeli d'Amore
di Luigi Valli
pagine 879

   





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