Verrebbe in mente al Bertoni di proibire la ricerca del senso mistico delle poesie di Saadi perché sono belle o di negare aprioristicamente che tale senso possa esistere? Tutt'al più potrebbe dire che a lui l'altro senso non interessa, ma così non discuterebbe il fatto storico.
Noi nell'interpretare secondo il senso mistico-convenzionale le poesie dei «Fedeli d'Amore» seguiamo due ordini d'indizi: esterni e interni; esterni: lo studio dell'ambiente, degli autori, delle tradizioni circostanti, dei fatti che si accompagnano alle poesie, ecc.; interni: oscurità, sensi confusi, rottura di logica, assurdità, contraddizioni, strappi del senso letterale, ecc. Forse che per giustificare il sospetto bisogna che, oltre agli indizi esterni ci siano per ogni poesia anche gl'interni? «Tanto gentile e tanto onesta pare» non presenta indizi interni di un secondo significato ma, chiusa com'è dentro un groviglio di simbolismi cabalistici, stretta fra tutti gli evidenti simbolismi convenzionali della Vita Nuova, che da tante altre parti del libello erompono chiaramente, sarà bella quanto si vuole, ma non è stata messa lì come pura poesia d'amore. Si potrà ammettere, anzi io lo credo benissimo, che essa sia nata da un'emozione d'amore, ma il fantasma poetico è stato in questo caso accettato dal poeta stesso perché rispondeva anche al senso mistico di tutta l'opera. Comunque, lì in quel libro, il cui titolo è mistico, è mistico senza dubbio il primo sonetto, in cui mistici sono i ritmi novennali e via di seguito, fino all'annuncio del mistico poema in cui la donna amata si rivelerà come Sapienza, posta sul carro della Chiesa; anche quel sonetto ha nel pensiero di Dante un significato mistico, che voi potete se vi piace dimenticare, ma non potete proibire a noi d'indagare.
| |
Bertoni Saadi Amore Vita Nuova Sapienza Chiesa Dante
|