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      Discussioni di fatti e discussioni di giudizi. Naturalmente, poiché per me la possibilità di discutere sul serio si limita ai fatti e non si estende ai giudizi, non ho nulla da rispondere al Tonelli quando va dicendo che le mie spiegazioni per lui non sono chiare, che le poesie le trova, dopo spiegate, più brutte di prima e simili. Potrei rispondere tutt'al più che una grande quantità di lettori e di critici, ai quali la nostra tradizione scolastica non ha irrimediabilmente impressi nel cervello i suoi apoftegmi, hanno avuto impressioni nettamente contrarie alla sua. D'altra parte se egli preferisce continuare a prendere per buona, secondo il senso letterale, che è nettamente idiota, la canzone contro la Morte, di Cino, o i sonetti come quello «Perché voi state forse ancor pensivo» (che altri già da anni riconoscono come scritti in gergo) e magari anche l'amore di Francesco da Barberino per la sua Costanza, della quale dice di voler dare spiegazioni «soltanto a chi verrà da lui perché la gente grossa non senta» e magari il suo amore per la «vedova che non era vedova» e tutto il complesso di stupidaggini (nel senso letterale), di astruserie, d'allusioni velate, di corrispondenze mal comprensibili, se tutto questo egli vuol prendere ancora per letteratura, io non posso farci nulla.
      Egli mi dice che non può seguirmi per un pendio così sdrucciolevole. Ma è naturale! Non ci mancherebbe altro che mi seguissero tutti e subito, anche quelli che hanno così poca preparazione per quanto riguarda la conoscenza della poesia mistica e simbolica, da giudicare originale la mia tesi che è già stata sostenuta nel secolo passato in venti volumi, singolare una setta che si esprime in versi quando per tre secoli ne è stato pieno l'Oriente, e che dell'interpretazione mistica di tutto questo mondo poetico sanno evidentemente quello che s'insegna nelle nostre scuole dove s'ignora o si finge d'ignorarla.


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Il linguaggio segreto di Dante e dei Fedeli d'Amore
di Luigi Valli
pagine 879

   





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